Alfa-Lancia – L’accordo 4 maggio 1987

Commento di Cesare Cosi (il corsivo violetto)

Per tutti i lavoratori dell’Alfa l’accordo del 4 maggio 1987 sotto l’aspetto dell’organizzazione del lavoro e della prestazione lavorativa è stato un notevole peggioramento rispetto alla situazione precedente.

Il primo e dichiarato obiettivo della FIAT è stato il superamento dell’organizzazione del lavoro stabilita con gli accordi del 4/3/1981 e successivi (lavoro ad isole, gruppi di produzione, rotazioni, intreccio tra attività diretta ed indiretta, ecc) che, secondo l’azienda, era una delle cause dell’alto costo di produzione e dell’impossibilità concreta di determinare costi certi di trasformazione.

Non è un caso che nell’accordo la prima parte sia proprio riferita all’intesa sulla prestazione lavorativa. L’azienda, pur avendo “obiettivi più ambiziosi”, si rende conto che l’unica strada che eviti il conflitto e sia sindacalmente percorribile è la riproposizione della vecchia organizzazione produttiva soprattutto sui montaggi e dell’accordo 1971, con le inevitabili oggettive interpretazioni, come insieme di regole.

A riprova che l’azienda avesse altro per la testa basta vedere non solo l’accordo Sevel, ma l’accordo di Rivalta e Lancia di Chivasso (splafonamento della saturazione individuale massima), l’accordo Veglia Borletti (TMC-2), l’accordo di Cassino (recupero fermate nell’arco del turno di lavoro), l’accordo per la Carello (TMC-2 e riduzione delle pause), tutti accordi ispirati dalla stessa fonte che porteranno poi all’accordo per la SATA-FMA.

Ovviamente la situazione esistente operante da anni non poteva essere azzerata completamente, soprattutto perché i gruppi di produzione e l’intreccio tra diretti, indiretti, manutentori, oltre che utile e produttivo, era anche una sorta di giustificazione per la presenza dei 4° livelli in produzione. In aggiunta a questo vi era poi la realtà impiantistica che per determinate aree, sia di Arese che di Pomigliano, non poteva prevedere altro che l’assunzione dell’o.d.l. esistente ed il conseguente utilizzo del personale posizionato.

Ne consegue che l’azienda propone, e viene firmato, il seguente testo:

 

Alfa-Lancia / La premessa e l’organizzazione del lavoro

PARTE I

INTESA SULLA PRESTAZIONE LAVORATIVA

Premessa

Le parti convengono che le soluzioni riportate in appresso costituiscono una delle premesse e condizioni indispensabili al risanamento dell’Azienda ex Alfa Romeo. Tali soluzioni, unitamente alle iniziative indicate nel piano industriale, contribuiranno a realizzare il miglioramento della competitività, basato congiuntamente su qualità del prodotto e su costo di produzione, che costituisce l’obiettivo fondamentale dell’Alfa Lancia.

1. Organizzazione del lavoro

Le Organizzazioni sindacali preso atto dell’insieme delle iniziative aziendali sul piano industriale concordano sulla necessità di modificare il sistema organizzativo degli stabilimenti ex Alfa Romeo.

Pertanto, la produzione, per quanto riguarda le attività di montaggio, ove realizzata su linee a trazione meccanizzata, sarà organizzata a postazione fissa, con sole attività dirette di trasformazione a tempi predeterminati.

L’organizzazione produttiva prevede inoltre che, in tutte le postazioni di lavoro di qualsiasi area tecnologica, esista una distinzione tra le attività di manodopera diretta e quelle di manodopera indiretta, con superamento di fatto dell’organizzazione del lavoro attualmente in atto, secondo quanto previsto dall’accordo 4.3.1981 e successivi.

Conseguentemente la produzione verrà organizzata in tutte le aree tecnologiche con distinzione tra le attività dirette e indirette.

L’Azienda darà comunicazione alle R.S.A. di stabilimento del calendario di attuazione dell’organizzazione del lavoro come sopra concordata.

L’organizzazione del lavoro come sopra definita include, nel normale svolgimento dell’attività lavorativa, il ricorso a rotazioni su differenti postazioni di lavoro come criterio gestionale necessario per fronteggiare situazioni di rimpiazzo, sostituzione assenti, nuovi bilanciamenti per variazioni di volumi e di mix, ecc.

Inoltre nel caso in cui, per ragioni tecnico-organizzative e produttive si verifichino, nell’ambito della stessa squadra situazioni di prestazione lavorativa richiedenti nell’arco del turno una attività superiore del 14% alla media della squadra, si darà la possibilità di ruotare, in modo gestionalmente programmato, tra questa postazione più satura e quella meno satura purché quest’ultima non conseguente all’utilizzo di personale con ridotte capacità lavorative. La rotazione avverrà per periodi non inferiori al turno di lavoro.

Questi due capoversi sono un maldestro tentativo aziendale di inserire il concetto di rotazione programmata tra le stazioni più sature e le meno sature all’interno di un bilanciamento al fine di aumentare il volume produttivo stabilito (vedi). Maldestro perché primo avrebbe dovuto essere inserito in modo esplicito nel capitolo saturazioni sulle linee e non sarebbe stato accettato dal sindacato perché non previsto nell’accordo 1971, secondo perché il più 14% era una esigenza aziendale specifica per il mix (fermo al più 5% accordo 71), affrontabile unicamente concordando l’impostazione linea, il livello di saturazione, le verifiche sulla saturazione individuale, la qualificazione, ecc. che l’azienda non aveva intenzione di affrontare.

Alla nostra richiesta di eliminazione perché un pastrocchio non coerente con il resto dell’accordo, l’azienda ha rifiutato e sindacalmente abbiamo convenuto che il tutto non sarebbe stato applicabile e che la cosa importante, che azzerava i capoversi in questione, era la parte sui livelli di saturazione alle linee. 

Inoltre con riferimento alla lavorazione di sigillatura (area verniciatura), nel rispetto delle esigenze tecnico-organizzative si darà luogo in modo gestionalmente programmato, a rotazione fra gli addetti alle attività di sigillatura interni ed esterni. Il diverso modello organizzativo concordato e le relative figure professionali configurano profili di 3a. categoria, mantenendo peraltro ad personam l’inquadramento nella 4a. categoria per i lavoratori che l’abbiano precedentemente acquisita, anche se tali lavoratori saranno adibiti a mansioni su aree riconosciute di 3a categoria.

Questi capoverso cancella la 4a. categoria in sigillatura definendola di 3a. e garantendo all’azienda la possibilità d’utilizzo del personale di 4a. nell’area di 3a.

In tutte le aree indirette qualificate e nelle aree qualificate appresso indicate (linee presse, revisione finale e riparazione su piazzale di scocca lastrata, revisione finale e riparazione su piazzale di scocca smaltata, revisione finale e riparazione su piazzale di vettura montata, revisione finale e riparazione di finizione su piazzale di vettura, sala prova motori, lavorazioni di stampaggio a caldo), per sostituzione assenti e per mobilità non programmata dall’area, in considerazione dell’attuale situazione, verranno preliminarmente impiegati, ove esistano, operai già inquadrati in 4a.. categoria, purché appartenenti alla stessa area professionale.

L’Azienda inoltre ribadisce il proprio impegno ad affrontare i problemi connessi all’organizzazione del lavoro avendo come obiettivo una migliore qualità dell’organizzazione del lavoro stessa oltre che un miglioramento della qualità del prodotto, sia in termini di modalità della prestazione sia in funzione dei processi di qualificazione professionale, ricomposizione delle mansioni e fasi, rotazione, formazione professionale.

Ciò inoltre avverrà anche al fine del superamento di lavori che presentino elementi di gravosità, disagio, ripetitività e complessivamente per migliorare le condizioni di lavoro.

Su richiesta delle R.S.A. si procederà ad un esame congiunto a partire dalle nuove lavorazioni per esaminare le questioni sopra indicate.

Fermo restando quanto concordato in tema di organizzazione del lavoro è possibile applicare, per quanto ad essa conforme, le attuali modalità di lavoro nelle seguenti aree:

  1. ovuli di montaggio a postazioni fisse individuali, per motore boxer e cambi (Pomigliano), in relazione all’attuale impiantistica;

  2. preparazioni basamenti e teste cilindri su motori a 4 e 6 cilindri (Arese);

  3. attrezzaggio, messa a punto, sostituzione utensili su macchine singole ad asportazione di truciolo;

  4. revisione e riparazione motore;

  5. revisione e riparazione cambi.

Per le aree sopraelencate si darà luogo, a livello aziendale, ad un esame congiunto con le R.S.A. per valutare la rispondenza dell’inquadramento aziendale ai requisiti ed ai presupposti professionali insiti nella mansione svolta dai lavoratori, alla luce di quanto previsto dalle declaratorie e dai profili esemplificativi all’art. 4 Disciplina Generale Sezione terza del C.C.N.L. 18.1.1987.

Le parti concordano inoltre, al fine di favorire l’effettiva crescita professionale e corretti standard di qualità e produttività, di attuare sulle aree sotto elencate un sistema di arricchimento delle mansioni attraverso lo strumento della rotazione programmata.

Quanto sancito nel precedente elenco ed in tutto il capitolo – Rotazione – è il mantenimento delle conquiste dei lavoratori dell’Alfa, ma confluendo nell’accordistica FIAT doveva diventare utile riferimento per tutti oltre ad uno stimolo al miglioramento dell’inquadramento unico del CCNL.

Quanto conquistato a suo tempo e mantenuto in questo accordo è una sorta di completamento su più aree tecnologiche, del percorso iniziato alla Meccanica di Mirafiori nel 1975 (vedi) ma purtroppo sia questo che quel precedente non hanno fatto scuola, basti vedere che oggi la polivalenza e le rotazioni conoscitive sono generalizzate sull’UTE, su più UTE e più volte sull’intera area tecnologica, e la qualificazione riconosciuta è sempre la 3a.

ROTAZIONE

Le attività espletate con i modi e con i contenuti professionali sotto specificati, area per area, configurano mansioni aventi presupposti contrattuali per l’inquadramento in 4a. categoria. Per ognuna delle aree individuate e sotto elencate, all’organico definito di 4a. categoria verrà affiancato, per esigenze tecnico-produttive e per addestramento, un numero di lavoratori percentualmente non superiore al 10% del fabbisogno. Per il lavoratore così inserito  nell’area  di rotazione qualificata, ed attualmente in 3a.. categoria, l’acquisizione della 4a.. categoria è subordinata esclusivamente alle capacità di espletamento di tutte le mansioni delle suddette aree, al termine di 18 mesi di effettivo svolgimento delle attività assegnate.

AREA STAMPAGGIO

a) Linee medie e grandi presse

Attività: arricchimento delle mansioni da addetto linea (3,1 categoria) ad addetto cambio lavorazioni (4a. categoria).

Tale attività comporta l’assegnazione dei seguenti compiti:

montaggio degli stampi e delle meccanizzazioni ausiliarie;
controllo del loro stato di efficienza con relativa segnalazione delle eventuali anomalie riscontrate;
eliminazione, ove possibile, delle anomalie stesse;
montaggio stampi e meccanizzazioni;
messa a punto presse e messa in fase dell’intera linea; -esecuzione di primi pezzi di prova per benestare;
individuazione cause di eventuali anomalie su pezzo e conseguenti interventi di messa a punto stampo.

AREA CARROZZERIA

a)            Revisione finale e riparazione su piazzale lato linea di scocca lastrata

Attività: arricchimento delle mansioni da revisionista di linea (3a. categoria) a riparatore su piazzale lato linea (4a. categoria) con l’attribuzione di interventi di:

ricerca dei difetti su tutta la scocca;
revisione e riparazione dei difetti sia in linea che fuori linea, comprese le grandi riparazioni su piazzale;
esecuzione delle riparazioni nel rispetto degli standard di qualità previsti, in modo da rendere conseguentemente deliberabile il prodotto.

b)            Revisione finale e riparazione su piazzale lato linea di scocca smaltata

Attività: arricchimento delle mansioni con definizione di un’unica figura professionale di levabolli/rappezzista finale, con attività su linea (3a.. categoria) ed attività riparazione su piazzale lato linea (4a.. categoria) con svolgimento dei seguenti compiti.

ricerca difetti su tutta la scocca;
revisione e riparazione dei difetti sia in linea che fuori linea, comprese le grandi riparazioni su piazzale;

ove necessario riverniciatura con:

preparazione della zona interessata con tamponatura e levigatura;
preparazione fondo;
spruzzatura smalto sintetico e metallizzato;
cottura con lampada;
lucidatura fino a totale scomparsa di testimoni;
sigillatura personalizzata dell’intervento eseguito.

c) Revisione finale e riparazione su piazzale di vettura montata

Attività: arricchimento della mansione da revisionista su linea nella postazione di revisione abbigliamento, meccanica, delibera finale (3a.. categoria) a riparatore su piazzale (4a.. categoria) con interventi di riparazione di tutte le anomalie segnalate dal collaudo riguardanti:

  1. il montaggio di impianti elettrici; 

  2. il montaggio e la sostituzione di qualsiasi gruppo meccanico;

  3. il montaggio e la sostituzione di elementi di sellatura e ferratura con relative registrazioni;

  4. eventuale trasformazione vetture da allestimento normale ad allestimento speciale.

d) Revisione finale e riparazione di finizione su piazzale di vettura finita.

Attività: sono richieste tutte le attività per la revisione finale e riparazione di scocca smaltata, da eseguirsi però su vettura finita, e quindi con smontaggio e rimontaggio di particolari montati sulla parte di vettura oggetto dell’intervento.

AREA MECCANICA

Sala prova motori

Attività: arricchimento delle mansioni da attività di rodaggio motore (3a. categoria) a rilievo prestazioni in sala prova (4a. categoria) con assegnazione delle attività di:

esecuzione su banco prova a freno dinamometrico e controllo emissioni, di prove motori tutti i tipi, nel rispetto di quanto previsto dai cicli;
installazione motore su banco ed esecuzione dei relativi collegamenti sia di alimentazione sia di comando e controllo;
rilievo delle prestazioni;
controllo emissioni;
individuazione anomalie e/o perdite;
pronto intervento di messa a punto e registrazione motore;
compilazione dell’opportuna documentazione.

AREA FUCINE

Lavorazione di stampaggio a caldo

Attività: arricchimento delle mansioni da addetto conduzione pressa (3a. categoria) ad addetto cambio lavorazione (4a. categoria); tale attività comporta l’assegnazione dei seguenti compiti:

smontaggio e rimontaggio stampi e meccanizzazioni ausiliarie;
messa a punto della macchina;
messa in fase dei meccanismi ausiliari;
esecuzione primi pezzi per richiesta benestare di inizio lavorazione;
interventi di registrazione per eliminazione anomalie sui primi pezzi;
interventi di piccola manutenzione ordinaria

CONDUTTORE SISTEMI

In connessione allo sforzo di innovazione tecnologica che Alfa‑Lancia si propone di attuare nelle proprie unità produttive, si prevede anche l’introduzione di tecnologie innovative automatizzate. In particolare:

Pomigliano

Installazione entro le ferie 1987 di impianti e sistemi automatizzati con diagnostica di controllo programmabile del processo per l’assemblaggio della traversa anteriore attacco motore e della traversa attacco sospensioni posteriori del nuovo modello di vettura media Fiat.

Arese

Avviamento lavorazione, entro le ferie 1987, di impianti e sistemi automatizzati con diagnostica di controllo programmabile del processo per l’assemblaggio di: pavimento, gruppo anteriore, autotelaio, fiancate e per preparazione e montaggio cristalli (tipo 164).

Ai lavoratori addetti alla conduzione di tali sistemi, al termine di un periodo di addestramento che si indica in 18 mesi, verrà riconosciuta la qualifica di conduttore sistemi, di 4a.. categoria, secondo quanto previsto dall’apposito profilo professionale del C.C.N.L. 18.1.1987.

Alfa-Lancia / Saturazione, pause e metrica del lavoro

Il capitolo non presenta sostanziali novità rispetto agli accordi FIAT, si sanciscono i noti 4 livelli di saturazione in rapporto alle cadenze, i 40′ di pausa individuale con rimpiazzo, si mette in evidenza che i carichi di lavoro erano inadeguati e si sancisce la revisione totale di detti tempi con il sistema TMC, si sancisce la nascita delle «Commissioni tempi di lavoro» per le linee e le officine di produzione. (vedi)

Alfa-Lancia / Analisi pausa disagio linea

Questa parte dell’accordo è una sorta strumento difensivo aziendale a fronte sia di realtà produttive non padroneggiate dai contrattatori che da possibili future innovazioni tecnologiche/impiantistiche.

Con il senno del poi, e visto lo sviluppo della contrattazione, si può definire una conquista dato che la pausa a scorrimento verrà poi sempre negata o concessa tramite lo scambio su aspetti importanti della saturazione individuale.

Allegato tecnico n. 1

Saturazione linee a trazione meccanizzata

a)   Definizione di  linea a trazione meccanizzata

Si considerano linee a trazione meccanizzata le linee di produzione di serie costituite da una successione di posti di lavoro (stazioni) su ciascuno dei quali si effettua sempre la stessa operazione tecnologica operando su una serie di gruppi di parti staccate di un prodotto finale che si spostano lungo le linee a mezzo di sistema meccanico a velocità uniforme o a scatti nelle quali le quantità di produzione giornaliera ed i tempi sono predeterminati.

Il tempo a disposizione di ciascun posto per eseguire il lavoro assegnato è rigidamente costante per tutto il turno di lavoro ed uguale alla «cadenza», cioè al tempo di spostamento del prodotto da una stazione ad un’ altra stazione successiva. (C.C.N.L. Disciplina Gen. Sez. terza – art. 4).

Questa norma contrattuale voluta dall’azienda, che nel testo sembra neutra, è nella realtà, come ho già scritto, un forte ostacolo a far riconoscere i nuovi vincoli che molte innovazioni tecnologiche e di processo producono. E’ ovvio che la condizione di nocività (vincolo – disagio linea) non è solo il classico impianto fordista a produrla, ma qualsivoglia organizzazione del lavoro che costringa l’addetto a sottostare ai ritmi della macchina/impianto senza poter minimamente variare la velocità d’esecuzione della mansione e marginalmente gestire il proprio tempo di presenza in officina.

Ne consegue che l’attenzione non deve essere rivolta all’impianto ma alla condizione di lavoro dell’addetto.

L’azienda non conoscendo tutte le o.d.l. presenti all’Alfa e soprattutto sapendo quali sarebbero stati i possibili futuri sviluppi, tende a cautelarsi definendo in quali casi la pausa sarà assegnata. 

b)   Criteri per l’assegnazione della pausa a scorrimento sulle linee a trazione meccanizzata

La pausa a scorrimento viene assegnata solo nel caso in cui non esista per uno dei seguenti motivi, la possibilità di fruire di 2 pause la cui entità complessiva non sia inferiore al 5% sull’arco del turno di lavoro:

  1. fermate tecniche previste;

  2. ritmo di lavoro variabile per flusso discontinuo;

  3. esistenza di depositi intermedi tra i successivi posti di lavoro concatenati;

  4. possibilità di formare accumuli risalendo o seguendo il flusso della lavorazione;

  5. dissaturazione per arrotondamento organico in eccesso, di entità tale da offrire periodi di inattività superiore ai limiti di ricupero della fatica;

  6. sistema operativo in cui la possibilità di mutuo coordinamento degli addetti consente l’utilizzazione di pause individuali.

In allegato è riportata la tabella «analisi pausa disagio linea». (vedi)

Dal testo risulta ovvio che dove le possibili pause frutto dei 6 punti elencati non consentano 2 pause del 5% del tempo di presenza in officina,  aggiuntive al 4% del Fattore Fisiologico, si deve assegnare la pausa a scorrimento di 40′ comprensivi del Fattore Fisiologico.

In sostanza si riconosce che anche i cicli che producono o consentono le particolarità dei sei punti sono lavorazioni soggette a vincolo. 

Se poi si può fruire di due pause del 5% (22,5 minuti) che aggiunte al 4% del fattore fisiologico (18 minuti) danno 40,5′ di pausa in una situazione di vincolo NON fordista classico, questa situazione non peggiora ma migliora di pochissimo, l’accordo 71 sulle pause per disagio linea. 

Interrompendo una discussione di merito sui nuovi vincoli, che data la sede ed il momento storico non ha dato frutti, abbiamo ritenuto utile prendere e portare a casa.

c)   Carichi di lavoro sulle linee a trazione meccanizzata

  1. La quantità di produzione prevista per ogni turno, su ciascuna linea, potrà essere effettuata quando siano effettivamente presenti gli operai occorrenti previsti nell’organico in ciascun gruppo di cottimo o tratto di linea e verrà perciò conseguentemente ridotta in rapporto agli eventuali operai mancanti secondo quanto previsto dai Tabelloni e relativi bilanciamenti.

  2. Le eventuali fermate tecniche o vuoti tecnici (ove esistano e siano predeterminati) per ogni linea o circuito o giostra, già attualmente inseriti nei tempi di lavorazione, nella misura in cui attualmente sono considerati, non sono causa di perdita di produzione.

  3. Per eventuali recuperi di produzione persa per cause varie diverse da quelle di cui al precedente punto 2), si dovrà effettuare una proporzionale variazione di organico, applicando in via prioritaria, se tecnicamente possibile, un livello di saturazione previsto a Tabellone, ovvero ricercando un rapporto produzione-organico ed una distribuzione di mansioni simile a bilanciamenti superiori esistenti, dandone tempestiva comunicazione alle R.S.A.

  4. La cadenza media per ciascuna linea nell’arco di ogni turno è espressa in numero di unità per minuto primo, secondo la seguente formula:

Com’e rilevabile il concetto di bilanciamento viene assunto pienamente a prescindere dall’usucapione dichiarata dagli stessi soggetti nel 1981.

n° di unità da produrre per turno 

  ————————————————————————————-

minuti di lavoro per turno – X’ di fermate tecniche (punto 2)

La cadenza massima per ciascuna linea non potrà superare di oltre il 18% il valore della corrispondente cadenza media.

Tale variabilità di cadenza è da imputarsi per un 13% a variazioni di velocità di lavoro dell’operaio nell’arco delle 8 ore (curva del rendimento biofisiologico nel lavoro) e per un 5% a variazioni nella composizione della produzione. Il totale delle operazioni od elementi di operazioni effettivamente assegnati ad ogni operaio – espresso in tempi al netto delle maggiorazioni per fermate tecniche predeterminate e per fattore fisiologico – non sarà superiore al 105% del tempo corrispondente alla cadenza media della linea.

Questo paragrafo azzera i due capoversi della – Premessa – L’organizzazione del lavoro – precedentemente argomentati.

Alfa-Lancia / Gli allegati tecnici Gli allegati tecnici non sono altro che l’applicazione di quanto previsto dal punto 5 dell’art.11 del CCNL. A differenza del passato in questo caso si è ottenuto, per la prima volta, la consegna da parte aziendale dei manuali esplicativi del TMC (TMC-1 ovviamente) e della tabella FIAT di attribuzione dei fattori di riposo.

Altra cosa importante, per la prima volta la pessima tabella FIAT dei F.R. è stata migliorata, ampliando la stessa di maggiorazioni relative alla condizioni ambientali non normali. (vedi l’allegato)

Alfa-Lancia / Commissione tempi di lavoro Nessuna novità rispetto all’accordo FIAT del 71 fatto salvo che i Comitati Cottimo sono chiamati – Commissioni tempi di lavoro. (vedi)
Alfa-Lancia / Comunicazione dei tempi e dei livelli produttivi Anche in questo allegato tecnico non vi sono sostanziali novità fatto salvo un accorciamento dei tempi per la comunicazione di livelli produttivi (vedi). Ovviamente su questo specifico tema la discussione è stata aspra e lunga, dato che pretendevamo che quanto ottenuto a Torino in termini di trasparenza e diritti d’informazione (bilanciamenti, rilievi base, sostanze usate, assenteismo, qualificazione esistente, ecc.) fosse assunto nel nuovo Gruppo ed in tutti gli stabilimenti.

L’azienda sapeva di questo nostro interesse ed alla fine si era detta disponibile a formalizzare quanto richiesto (alla FIAT non eravamo mai riusciti a formalizzare tutti i diritti d’informazione conquistati) a patto che noi accettassimo di modificare nella parte – Saturazione linee – la possibilità di splafonamento della saturazione individuale massima dal + 5% al + 14% o + 12%. In sostanza riproponeva quanto scritto nei maldestri capoversi prima citati (vedi).

Ci siamo detti disponibili ad affrontare il tema a patto di riaprire la discussione su impostazione linee, livello di saturazione, strumenti di verifica della saturazione individuale, ecc. Per l’azienda lo scambio era diretto e non ampliabile – i diritti d’informazione formalmente sanciti in cambio dello splafonamento.

Ovviamente lo scambio così ipotizzato non era accettabile e fu rifiutato, anche se l’azienda continuava a ripeterci …. fate l’accordo adesso che vi conviene, può darsi che domani questa nostra disponibilità non ci sia più.

Entro pochi mesi avremmo capito cosa l’azienda intendeva dire.

ISMEL – Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro dell’Impresa e dei Diritti Sociali – www.ismel.it è attuale gestore del sito Mirafiori accordi e lotte
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