Commento all’accordo del 9 maggio 2004

L’accordo del 9 maggio 2004 chiude una vertenza segnata da un aspro conflitto sindacale contrassegnato da 21 giorni di sciopero a oltranza con i presidi continui davanti ai cancelli. La vertenza dei lavoratori della Sata è stata caratterizzata da una elevata partecipazione dei lavoratori, ma anche da forti divisioni tra le organizzazioni sindacali che non riescono a realizzare una gestione unitaria.

Il conflitto nasce con evidenti elementi di spontaneità innescato da un numero elevato di provvedimenti disciplinari che la direzione aziendale ha comminato nel corso del tempo. La vertenza assume subito rilevanza nazionale sia per la sua asprezza, sia per il contesto in cui si sviluppa: la nuova fabbrica di Melfi che, secondo la pubblicistica aziendale, era caratterizzata da un modello partecipativo.

La vertenza si chiude con un netto successo rispetto alle richieste dei lavoratori: la modifica del sistema di rotazione dei turni con l’eliminazione della cosiddetta “ribattuta” e la parificazione salariale con gli altri stabilimenti della Fiat. L’accordo viene sottoposto a referendum e approvato dal 77,4% dei lavoratori.

Successivamente un nuovo accordo, il 10 dicembre 2004, interverrà ulteriormente sul tema degli orari di lavoro portando l’utilizzo impianti da 18 a 17 turni settimanali.

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