L’involuzione melfitana
Commento di Cesare Cosi
L’accordo per gli stabilimenti di Melfi e Pratola Serra ha sancito sul tema della prestazione di lavoro una profonda e drammatica involuzione.
L’analisi minuziosa del nuovo sistema di regole è presente in una corposa nota datata 11 giugno 1993 e non è possibile sintetizzarne il contenuto perché tocca (stravolge) tutti i tradizionali indicatori della prestazione di lavoro.
Per quanto mi riguarda, è auspicabile che quando quei lavoratori dovranno sottostare a quel sistema di regole si ribellino ricontrattando l’insieme dei punti, dato che se questi prendessero piede e migrassero in altri stabilimenti, tutti i tradizionali indicatori della prestazione di lavoro dovrebbero essere cambiati.
Per concludere…
Per concludere questa indispensabile, anche se veloce analisi storica, possiamo dire che dell’accordo 5/08/1971 sulle saturazioni, sopravvive il concetto di bilanciamento ed il livello di saturazione individuale massima sui tempi attivi all’86% come unico vero riferimento; le linee finali al disotto del primo (84%) sono sostanzialmente sparite e, come si avrà occasione di dimostrare, l’86 e l’87% come livelli di saturazione sono inesistenti.
Il baluardo del +5% come splafonamento dalla saturazione individuale per problemi di mix, è stato fortemente invalidato da alcuni accordi in occasione di modifiche impiantistiche.
Su altri impianti che, a fronte di trasformazioni o rifacimenti, fuoriescono dalla definizione di linea meccanizzata presente nel CCNL, sono presenti i criteri dell’analisi pausa disagio linea (Accordo ALFA – LANCIA), con 41,5 minuti di pausa.
Il TMC-1 come metrica del lavoro si è consolidato quasi ovunque, il TMC-2 è ormai presente nella contrattazione in importanti settori del Gruppo FIAT ed è penetrato, tramite l’accordo per Melfi, anche in FIAT Auto.
A prescindere da molte ipotesi, affascinanti o rischiose, di diverso utilizzo delle capacità dei lavoratori che stanno emergendo, questo è quanto formalmente abbiamo in mano per affrontare i problemi della prestazione sui vecchi e sui nuovi impianti vincolanti, inseriti nel divenire della fabbrica integrata con obiettivi di qualità totale.
La gestione di questo accordo e di quelli ad esso collegati ha caratterizzato la contrattazione in tutto il Gruppo fino al 1993, anno in cui, con l’accordo per la SATA-FMA, è stato stipulato un diverso accordo quadro che regolamenta in modo totalmente diverso: i tempi di lavoro, i livelli di saturazione, le pause ed i fattori di riposo, oltre che gli orari, le forme premianti ed il modello di contrattazione.
Le modifiche apportate con gli accordi per le carrozzerie di Rivalta e di Cassino tra l”87 ed il ’91, pur se gravi in termini di concessione gratuita ad esigenze aziendali, non hanno minato alle fondamento le logiche dell’accordo 71; l’accordo per la SATA-FMA invece le stravolge.