I modelli basati su elementi normalizzati (L’MTM)

 


M.T.M.-1 Methods Time Measurement
I Micromovimenti
L’unità di misura e l’indice di velocità d’esecuzione
Analisi dei micromovimenti
Modelli simili o derivati
Le maggiorazioni nei sistemi tabellari

 

L’M.T.M.-1  /  Methods Time Measurement 

Il Method Time Measurement – Misura Tempo-Metodi (ossia Studio dei Metodi di Lavorazione e Determinazione dei Tempi) è il più conosciuto ed il più diffuso sistema per preventivare i tempi di lavorazione.

Questa tecnica è stata definita dai suoi autori come – un procedimento che analizza qualsiasi operazione manuale scomponendola nei movimenti elementari necessari per compierla, ed assegna a ciascun movimento un tempo standard prefissato, determinato dalla natura del movimento e dalle condizioni nelle quali esso viene eseguito; questi tempi sono raccolti in tabelle.

L’M.T.M. è stato elaborato dagli americani H.B. Maynard, G.J. Stegemerten e J.L. Schwab e pubblicato nel 1948. Si diffonde rapidamente nel mondo del lavoro, in Europa la prima applicazione è già del 1949 alla Volvo.

Il metodo è il naturale sviluppo degli studi iniziati da Taylor e proseguiti dai coniugi Gilbreth; questi ultimi avevano già condotto approfonditi studi che li avevano portati alla definizione di 18 movimenti fondamentali (all. n° 1) che opportunamente scomposti consentivano la formazione di qualsiasi azione manuale.

Il limite dei loro studi era la non definizione dei tempi di esecuzione, quindi non erano pienamente utilizzabili nell’industria.

I tre ricercatori, affiancati da una miriade di colleghi di diverse università, rielaborano l’intera impostazione e colmano la lacuna; la “commissione” da parte del padronato è evidente perché l’impegno, anche economico, è stato notevolissimo.

Il materiale su cui tutte le analisi sono state condotte consta in migliaia di ore di riprese cinematografiche nelle condizioni più diverse (si dice che corrispondano a circa una vita di lavoro di un operaio), che opportunamente scomposte, cronometrate, valutate hanno portato alla realizzazione delle note tabelle dei micromovimenti.

Questa tecnica consente:

a)    La determinazione dei tempi standard senza l’ausilio del cronometro e senza la necessità quindi di valutare soggettivamente, la velocità d’esecuzione.

b)   Analisi dei metodi, delle attrezzature, delle movimentazioni, dei fabbisogni, ecc., in modo più preciso e analitico con elaborazioni che, raccolte tutte le informazioni utili,  possono essere effettuate anche a tavolino.

Naturalmente se per esigenze tecnologiche i movimenti sono forzatamente rallentati o si tratta di tempi macchina, detti tempi devono essere rilevati con il cronometro, non essendo il metodo adatto allo scopo.

Raffrontando il metodo con i sistemi cronometrici, possiamo rilevare che i secondi sono incentrati sul binomio – tempo – movimento – mentre l’M.T.M. su – tempo – metodo – dato che la determinazione del tempo standard di ogni micromovimento, è molto   ricca di – casi che fanno attribuire un diverso pagato pur in presenza di un movimento simile in termini di azione (raggiungere, muovere, ecc.) che di distanza in cm., peso, ecc.

Tramite questa impostazione il metodo determina non soltanto i tempi per ogni singolo micromovimento, ma, secondo gli autori, anche “delle leggi” valide in tutti i casi simili, vedremo dopo l’importanza di questo fatto soprattutto quando tratteremo i modelli derivati dall’M.T.M.

I micromovimenti

La suddivisione in micromovimenti che l’M.T.M. prevede, rilevabili negli (alleg.  n° 2), sono:

Micromovimento

Simbolo

Casi

RAGGIUNGERE R 5   Casi (vedi)
AFFERRARE A 11  Casi (vedi)
MUOVERE M 3   Casi (vedi)
POSIZIONARE P 3   Casi (vedi)
RILASCIARE RL 2   Casi (vedi)
DISACCOPPIARE  D 3   Casi (vedi)
APPLICARE PRESSIONE AP 2   Casi (vedi)
RUOTARE RU 3   Casi (vedi)
MUOVERE OCCHI ET 1   Caso (vedi)
FISSARE SGUARDO EF 1   Caso (vedi)
GIRARE MANOVELLA C 2   Casi (vedi)
MOV. PIEDE/GAMBA/CORPO 14   Casi (vedi)
MOVIMENTI SIMULTANEI

Tabella

L’unità di misura e la velocità d’esecuzione del lavoro

L’unità di misura, come sempre, o è una convenzione oppure, come in questo caso, una scelta arbitraria degli autori, ed è chiamata TMU – (Time Measurement Unit) Unità di misura del tempo.

Questa convenzione ripresenta tutti gli aspetti negativi relativi ai giudizi di efficienza, rilevabili nel capitolo “Valutazione del rendimento” che non ripeto, come pure non ripeterò il vantaggio per gli utilizzatori di non dover assegnare un soggettivo giudizio di efficienza.

Il valore medio di 1-TMU è pari ad un centomillesimo di ora ovvero 0,00001 ora

Se si effettua il rilievo con l’MTM, e si accettano i tempi medi conseguenti anche come velocità d’esecuzione, è possibile utilizzare direttamente i numeri TMU sapendo che i rapporti sono i seguenti:

1 TMU

0,00001 

ore

0,0006  

minuti primi

0,036   

minuti secondi

0,06    

centesimi di minuto primo

L’indice di velocità di esecuzione

Sapere che un TMU corrisponda a 0,06 centesimi è un indicatore utile e certo, ma non dice molto sulla velocità di esecuzione a cui un lavoratore deve assoggettarsi e farsi retribuire, qualora il tutto si traducesse in volumi produttivi ed in una scala di incentivazione o di cottimo contrattata.

Per indagare questo aspetto è indispensabile una base 100 a cui riferirsi e, data l’inevitabile convenzione arbitraria  già ricordata, non si trova quasi nulla nella manualistica corrente che  chiarisca questo indice MTM.

Raffrontando dati simili tra MTM  ed il sistema TMC-1 FIAT (che non è altro che una sintesi dell’MTM dato che raggruppa micromovimenti e tempi adeguandoli a millesimi di minuto ed a 133,33 di rendimento trasformandoli in macromovimenti), è possibile affermare che la velocità d’esecuzione dell’MTM è di circa 144,3, la grezza proporzione impostata sarà illustrata trattando del TMC-1 (capitolo – L’unità di misura ed il rendimento – (vedi)).

La cosa che conta in questa fase è sapere che i tempi d’esecuzione con l’MTM sono a circa 144 di rendimento perché, qualora si dovesse contrattare il cottimo in una azienda che assumesse questa metrica, questo è l’indicatore principale.

Analisi dei micromovimenti

Per quanto riguarda l’analisi di ogni micromovimento e dei casi l’affronterò trattando del TMC. Un esempio d’analisi presente sul manuale …………. (alleg. n° 3) mi sembra sufficiente per spiegare l’analiticità del sistema come pure la sua pesantezza.

Altro aspetto diffusamente trattato durante i corsi di formazione degli analisti sono le esemplificazioni grafiche dei singoli micromovimenti (Alleg. n° 4) che eviterò di sviluppare per esteso rimandando gli interessati ai manuali reperibili sul mercato.

La modulistica usata ed ulteriori brevi esempi saranno trattati nel capito relativo.

Modelli simili o derivati

L’MTM è sicuramente un capostipite ed è il sistema più usato a livello internazionale ma esistono anche  altri sistemi; alcuni sono diffusi mentre altri  sono confinati all’interno delle aziende o dei gruppi industriali che li hanno elaborati. Alcuni di questi sono poi semplicemente dei metodi di microstandard utilizzati per affinare i metodi.

Alcuni tra i più conosciuti sono:

M.T.M.-2 Method Time Mesurement (2° Versione)
 U.A.S.  Universelle Analysier System
W.F. Work Factory
M.T.A. Motion Time Analysis
B.T.M. Basic Motion Timestady
D.M.T. Dimentional Motion Times
T.M.C.-1 Metodo dei Tempi e dei Movimenti Collegati (1° V.)
T.M.C.-2 ” Metodo” dei Tempi e dei Movimenti Collegati (2° V.)

In Italia l’MTM-1 è conosciuto ma poco usato nella versione originale, l’MTM-2 è assunto da alcune aziende di consulenza cronotecniche; tra questi sistemi, il più usato è il TMC-1 elaborato dalla FIAT.

Le maggiorazioni nei sistemi tabellari

Per quanto riguarda le maggiorazioni è bene ricordare che l’MTM, come tutti i sistemi tabellari, non prevedono uno studio sulle maggiorazioni da assegnare né per fattore fisiologico né per fattori di riposo o pause.

I riferimenti relativi al peso, allo sforzo da effettuare, alle posizioni del corpo ecc., sono unicamente lette in termini di aumento del tempo di esecuzione causa le maggiori difficoltà; queste maggiorazioni non hanno quindi nulla a che vedere con le maggiorazioni da assegnare per esigenze fisiologiche, fatica, condizioni ambientali, differenze di genere, vincolo, ecc.

E’ quindi possibile trovarsi a dover contrattare tempi elaborati con l’MTM o modelli derivati e maggiorazioni organizzate in vecchissime tabelle aziendali e mai aggiornate. Lo “studio” continua per quanto riguarda le metriche e non si evolve minimamente per quanto riguarda le maggiorazioni, queste rimangono o cristallizzate nel tempo o lasciate genericamente alla contrattazione tra le parti.

Ho già detto dell’importanza di dette maggiorazioni anche in rapporto alla Legge 626.

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