Commento all’accordo del 20 maggio 1998

Nel corso del 1997 l’azienda iniziò a realizzare concretamente una nuova strategia organizzativa consi­stente nella cessione a società specifiche, di proprietà Fiat o di terzi, di parti importanti della propria struttura produttiva. La nuova strategia consistette inizialmente nella concentrazione in apposite società di tutta una serie di attività di servizio destinate al cliente finale o al servizio di attività industriali. La procedura si realizzava con una cessione del ramo d’impresa che coinvolgeva l’insieme dei lavoratori interessati, collocati in precedenza all’interno delle tradizionali società Fiat (Auto, Iveco, Teksid ecc). L’obiettivo era di procedere a una razionalizzazione di queste attività e di realizzare una presenza organizzata in un mercato, quello dei servizi, che si prospettava particolarmente promettente; inoltre concentrare le attenzioni del management su quelle attività che sono da considerarsi strategiche per la competitività della singola società, le cosiddette core competencies, mentre tutte le altre attività potevano essere delegate a terzi, che possedevano competenze specialistiche in merito. Si trattava quindi di un rovesciamento del paradigma organizzativo precedente basato sul principio del controllo di tutti i fattori produttivi: la scomposizione del processo produttivo in più aziende, giuridicamente autonome, pone nuove e complesse problematiche e un sostanziale superamento di alcuni principi della lean production, proprio perché diventano più incerti gli stessi confini organizzativi dell’azienda. D’altra parte si anche può sostenere che la fabbrica modulare può rappresentare il completamento ultimo della logica organizzativa avviata con l’applicazione dei principi del cellular manufacturing, insiti nel progetto “Fabbrica Integrata”.

In ogni modo si realizza un radicale cambiamento rispetto alle tradizionali forme di governo delle at­tività produttive, la cui efficienza dipende sempre di più dalla qualità della cooperazione tra imprese. In tal senso, l’outsourcing rappresenta qualcosa di diverso e dall’impatto organizzativo più profondo rispetto alle tradizionali politiche di esternalizzazione e decentra­mento applicate in precedenza.

Dal punto di vista della regolazione sindacale questa strategia aziendale presenta problemi più limitati se la società cessionaria (cioè quella che acquisisce l’attività) è sempre di proprietà Fiat, ma ben diverso si presenta il caso quando questa società appartiene a terzi, per tutte le conseguenze contrattuali e normative che ciò può implicare. In realtà si deve considerare che la normativa legislativa (art. 2112 del Codice Civile) ha stabilito un congruo meccanismo di tutela per i lavoratori interessati; infatti, oltre a stabilire garanzie di mantenimento della retribuzione e delle normative, prevede l’informazione preventiva alle organizzazioni sindacali, prima di realizzare l’operazione.

La prima trattativa di una certa rilevanza che affrontava questo problema fu quella che si sviluppò sul processo di outsourcing della logistica, funzione fondamentale del processo produttivo che Fiat Auto intendeva cedere alla TNT Production Logistics. Quest’ultima era la consociata italiana di una multinazionale specializzata nei trasporti: l’operazione si inquadrava quindi in un tentativo di razionalizzazione e riduzione dei costi del complesso sistema di gestione e rifornimento materiali di Fiat Auto.

La Fiat aveva impiegato alcuni mesi per preparare e realizzare l’operazione, con una fase di sperimenta­zione, data l’importanza della funzione ceduta e il numero di lavoratori interessati (circa 1.900); nel frattempo si sviluppò la trattativa, anche con momenti di conflitto, per arrivare il 20 maggio 1998 a sti­pulare un accordo triangolare: sindacati, Fiat Auto e TNT. L’accordo stabiliva alcune garanzie occupazionali e il mantenimento di tutti gli istituti retributivi e normativi esistenti in Fiat Auto, compreso gli istituti di parteci­pazione, a cui, anzi, veniva aggiunto uno specifico Osservatorio interaziendale, Fiat Auto, TNT e sindacati, che aveva lo scopo di approfondire i problemi inerenti la nuova configurazione organizzativa e monitorare gli aspetti della sicurezza e salute dei lavoratori. Nei fatti l’accordo è un lungo elenco delle normative in atto nella Fiat, che erano parimente assunte da parte della TNT.

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