Il giudizio della F.I.O.M. sull’accordo del 18 luglio 1955

La nostra posizione di membri di C.I. sull’accordo firmato dai membri dì C.I. CISL e UIL il 18 luglio 1955, e comprendente la regolamentazione di importanti punti della materia << Tempi di lavorazione >> é nota; sarà bene comunque precisare ancora una volta la nostra posizione e le ragioni per cui, nell’ottobre scorso, abbiamo richiesto di sottoscriverlo.

online levitra prescription, uk. online drug store, guaranteed shipping. check your order status online. natural and healthy products! I punti compresi nell’accordo 18 luglio sono:

– Comunicazione tempi di lavorazione.

– Modifiche tempi.

– Reclami.

Si tratta, come si può facilmente rilevare, di punti di estrema importanza e sui quali si è basata e si basa tutt’ora la politica del taglio dei tempi seguita dall’azienda. In proposito, sottoli­neiamo che i membri di C.I. eletti nelle liste FIOM, si sono lungamente battuti affinché si rispettasse integralmente il di­sposto dell’Art. 16 del Contratto di Lavoro, in quanto tale arti­colo esaurisce nel più preciso dei modi tutta la materia dei tempi di lavorazione.

L’accordo separato del 18 luglio 1955 ha, invece, dato alla FIAT lo strumento per intensificare ed estendere il taglio dei tempi.

Difatti, in che modo si realizza il taglio dei tempi?

La FIAT segue da anni tre metodi:

1° Riduzione del tempo di lavorazione approfittando del fatto che molti lavoratori non conoscono il tempo che viene loro assegnato.

2° Riduzione del tempo di lavorazione giustificandolo con as­seriti errori materiali commessi dal cronometrista al momento del rilevamento del tempo.

3° Riduzione del tempo di lavorazione con il pretesto di mo­difiche (spesse volte inconsistenti e a volte inesistenti) nelle condizioni di esecuzione del lavoro.

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Con tali metodi la FIAT è riuscita in questi anni ad aumen­tare la produzione senza aumentare adeguatamente la retribu­zione dei lavoratori; con questi metodi la FIAT è riuscita a spremere agli operai una maggiore erogazione di forza lavoro accelerando i ritmi di produzione e ritraendo in tal modo enormi profitti.

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Tutto ciò avveniva e avviene, naturalmente, violando le norme di legge e di contratto, per cui i membri di C.I. eletti nelle liste FIOM, con loro proposte concrete, rivendicavano la esatta appli­cazione sia della legge che del contratto.

La Direzione FIAT non volle prendere in considerazione tali proposte; i membri di C.I. CISI, e UIL non vollero appoggiarle.

La Direzione FIAT presentò una bozza di accordo con la quale fissava i seguenti punti a suo favore:

1° La comunicazione dei tempi può avvenire con cartellino che non viene consegnato all’operaio, ma viene conservato a mani del caposquadra.

2° La modifica del tempo può avvenire anche se non sono avvenute modifiche nelle condizioni di esecuzione del lavoro.

3° In caso di reclamo l’operaio, anziché rivolgersi diretta­mente alla C.I., deve seguire una procedura che va dal capo­squadra all’ufficio mano d’opera; soltanto in ultima istanza l’operaio può rivolgersi alla C.I.

Tale bozza veniva sostanzialmente accettata dai membri CISI, e UIL e respinta dai membri di C.I. FIOM, i quali avan­zavano proposte atte ad impedire ogni peggioramento di quanto disposto dalla legge e dall’art. 16 del Contratto.

Le proposte venivano respinte ed i membri di C.I. CISL e UIL firmavano l’accordo.

In seguito a ciò i membri di C.I. FIOM venivano esclusi dalle trattative; l’arbitrarietà di tale gesto compiuto dalla Direzione FIAT, su richiesta dei membri CISL e UIL, aveva un preciso scopo: scindere l’istituto della C.I., passare alla trattativa sepa­rata, distruggere in sostanza l’istituto della C.I. la cui compo­sizione e inscindibilità è chiaramente stabilita dall’accordo in­terconfederale 8 maggio 1953.

Altro scopo ben individuato: quello di avere mano libera in materia di tempi; applicare l’accordo 18/7 nei suoi punti più negativi per i lavoratori; impedire l’intervento dei membri di C.I. FIOM nei casi di reclamo dell’operaio.

Davanti ad una simile situazione, davanti al pericolo di una distruzione dell’istituto della C.I., i membri di C.I. eletti nelle liste FIOM chiedevano di firmare l’accordo e, di conseguenza, poterne controllare l’applicazione. La Direzione, con una serie di pretesti (fra i tanti quello di richiedere ai membri di C.I. FIOM una dichiarazione che qualificasse l’accordo 18,17 come un ac­cordo positivo e favorevole per i lavoratori ‑ richiesta che i membri di C.I. FIOM hanno respinto) ha impedito finora che detta firma venisse apposta; nel frattempo è passata ad appli­care nei suoi punti più negativi l’accordo in questione, al punto di suscitare vivaci proteste anche da parte degli stessi firmatari, i membri di C.I. CISL e UIL; per questo i membri di C.I. FIOM hanno insistito per firmare ed intervenire attivamente in difesa dei lavoratori.

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E’ per questi motivi che la Direzione FIAT si è opposta e si oppone alla nostra firma all’accordo 18 luglio, ed è per questi motivi che i membri di C.I. eletti nelle liste FIOM insistono per firmare.

E’ chiaro che sui punti: regolamentazione velocità linee e determinazione del concetto tempo ottimo e tempo normale i membri di C.I. FIOM hanno molte cose da dire e da proporre soprattutto sulla base della contrattazione degli elementi che determinano il rapporto di lavoro e la retribuzione dei lavoratori.

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