L’accordo Sevel del 5 dicembre 1981

Commento di Cesare Cosi

A prescindere dalla gradualità prima citata, le finalità aziendali erano già chiarissime subito dopo l’ottobre 1980 e l’accordo per lo stabilimento Sevel S.p.A. di Lanciano (Chieti) ne è la riprova.

Purtroppo, e la cosa la dice lunga sul progressivo deterioramento del livello di competenze sul tema della prestazione di lavoro in ambito sindacale, i contenuti di questo accordo sono emerse nella loro drammaticità unicamente nel 2002 in occasione di momenti formativi in loco. Forse poco sarebbe cambiato nella storia della contrattazione FIAT dal 1981 al 1993, ma averlo saputo subito forse avrebbe reso edotti molti più compagni di cosa la FIAT avesse in mente, e forse saremmo stati tutti più attenti.

Cosa sanciva l’accordo sul tema della prestazione di lavoro (vedi il testo integrale)

Tralascio per brevità d’argomentare ulteriormente i commenti già fatti su vari punti dell’accordo, per soffermarmi sugli aspetti più eclatanti che sono: Soluzioni Tecnico-Organizzative per l’applicazione dei coefficienti di maggiorazione e Ipotesi di Saturazione.

  1. Lavorazioni su linea a trazione meccanizzata (flusso continuo)

Gli operai diretti addetti usufruiranno di una pausa individuale a scorrimento pari a 40 minuti primi per turno di lavoro effettivo di 450 minuti primi.

La pausa è composta del 4% per fattore fisiologico pari a 16,4 min. e del 5,756% di fattore di riposo pari a 23,6 min.

Durante il godimento della pausa individuale l’operaio viene sostituito per assicurare la continuità al processo produttivo.

La pausa viene utilizzata, di norma, in due intervalli di 20 min. ciascuno.

L’Azienda recupererà la produzione persa per eventuali fermate tecniche fino a concorrenza dell’entità del fattore di riposo.

In questo punto si evidenzia l’attacco (l’azzeramento) della pausa per disagio linea o disagio vincolo che da sempre è stata riconosciuta di 40′. Ricordo che detto valore è dato dal raddoppio del fattore fisiologico dal 4 all’8% (8% di 480′ = 40′), entità mantenuta per accordo di Gruppo anche dopo la conquista della 1/2 ora di riduzione d’orario (480-30= 450′ di presenza in officina).

Nel calcolo sul come l’azienda compone i 40′ di pausa si evidenzia:

Una prima trance di 16,4 primi che non è data dal 4% del tempo di presenza in officina che sarebbe 18 primi (il F.F. è da sempre conteggiato sull’intero tempo di presenza in officina dato che si basa sul metabolismo basale)  ma da 16,4 primi che corrispondono al 4% di 410 minuti (3,64% sui 450′). In sostanza l’azienda pretende di conteggiare il F.F. solo sul tempo di effettivo lavoro e non sull’intero tempo di presenza in officina come se il metabolismo basale si interrompesse quando il lavoratore usufruisce del ridotto Fattore Fisiologico.La seconda trance di 23,6 primi non è più data da una pausa aggiuntiva pagata dall’azienda ma dal 5,756% del Fattore di Riposo assegnato ad ogni lavoratore. Ne consegue che i lavoratori sono scippati della quasi totalità del F.R., e si pagano con minuti di lavoro loro la pausa aumentando il tempo di effettivo lavoro e conseguentemente il volume da produrre.

A completare l’opera l’azienda prevede che una parte della produzione persa per fermate tecniche (fermate previste e strutturali al ciclo), da sempre non recuperabili perché porterebbero ad un aumento ingiustificato del ritmo di lavoro, siano recuperate fino “a concorrenza” (ad esaurimento) del F.R. assegnato (dal 5,756 al totale del F.R. assegnato).

Il tutto, oltre che essere assurdo, non risulta applicabile perché essendo una linea, i carichi di lavoro e le conseguenti quantità di F.R. assegnate variano da lavoratore a lavoratore con entità che possono oscillare da meno di 1 a 3 punti percentuali (divario tra i F.R. realmente assegnati ed il 5,756 già scippato). Oltre a questo bisogna capire cosa intende l’azienda per “fermate tecniche” che se non chiaramente esplicitate possono inglobare le disfunzioni tecnico-organizzative, aggravando ulteriormente l’intero scenario.

Per concludere è facile convenire che queste imposizioni aziendali non sono solo delle forzature ma delle assurde invenzioni che stravolgono tutti i paradigmi dell’analisi lavoro e degli accordi storicamente definiti.

  1. Lavorazioni su postazioni multiple collegate e a trazione non meccanizzata (flusso discontinuo)

Gli operai diretti addetti usufruiscono di una pausa individuale a scorrimento per fattore fisiologico pari a 16,4 min. per turno di lavoro effettivo di 450 min.

Durante il godimento della pausa individuale l’operaio viene sostituito per assicurare la continuità al processo produttivo.

L’azienda recupererà la produzione persa per eventuali fermate tecniche fino a concorrenza dell’entità del fattore di riposo.

 

 

 

Il punto B interviene sulle mansioni più innovate che troveranno una consistente applicazione e sviluppo nel corso degli anni 80′ (linee a tapparella, stazioni con comando a doppia pulsantiera, postazioni a lato linea collegate direttamente le une alle altre, ecc.) caratterizzate sempre da vincolo a volte più rigido del tradizionale vincolo di linea.

L’azienda sapeva benissimo che la richiesta di mantenere la pausa aggiuntiva del 4%, data la presenza del vincolo, era ed è nella logica dell’agire sindacale, anche con ipotesi intermedie +2% in presenza di vincoli più modesti. 

Con questa norma non soltanto si blocca la richiesta ma si impone, anche sulle mansioni innovate, che non soltanto non vi è più la pausa aggiuntiva ma il fattore fisiologico si abbassa da 18′ a 16,4 minuti; collocando queste mansioni al disotto delle normali postazioni singole alla macchine o ai banchi attrezzati, pur riconoscendo che i lavoratori devono essere sostituiti dal rimpiazzo data la presenza di vincolo e di mansioni collegate rigidamente le une alle altre.

Per quanto riguarda le richiesta del recupero delle fermate tecniche vale quanto già detto per le linee tradizionali.

  1. Lavorazioni nelle cabine di spruzzatura vernici ed antirombo

In questa area produttiva si segue l’impostazione prevista al punto a).

Nell’arco del turno di lavoro le pause possono avere una diversa distribuzione e durata complessiva mediante l’utilizzo di quote del fattore di riposo previste per queste lavorazioni.

Nella cabine di verniciatura che da sempre hanno pause aggiuntive a quelle normali di linea causa la nocività insita nel ciclo (1/4 d’ora di pausa ogni ora di lavoro), non soltanto non viene riconosciuto nulla ma, a peggioramento del punto A., è previsto un maggiore assorbimento di quote di Fattore di Riposo. In parole povere, non si sanciscono pause maggiori, ma se si sancissero queste sarebbero pagate sempre dai lavoratori utilizzando ulteriori quote di F.R. maggiori del 5,756 come previsto al punto A.

Ne consegue che queste mansioni, che da sempre sono le meno saturate di tutto il ciclo di carrozzeria, vengono livellate alle altre senza costi aggiuntivi per l’azienda.

  1. Lavorazioni su postazioni fisse

Gli operai addetti usufruiranno delle previste maggiorazioni per fattore di riposo e fattore fisiologico incluse nei tempi effettivi.

L’azienda recupererà la produzione persa per eventuali fermate tecniche fino a concorrenza dell’entità del fattore di riposo.

A prescindere dal recupero della produzione persa per fermate su cui ho già detto, ed interpretazioni aziendali peregrine, le postazioni fisse sembrano normali, dove per normalità si intende l’assegnazione del 4% di Fattore fisiologico e del F.R. corrispondente alla gravosità della mansione da svolgere.

Se il tutto è veritiero ed ipotizzando un fattore di riposo del 6%, i lavoratori addetti alle postazioni fisse sarebbero saturati al 90% del tempo di presenza in officina (100 – (4 + 6) = 90), che significa lavorare 405 minuti di tempi attivi (tempi senza F.F. e F.R.) a 133,33 di velocità d’esecuzione su 450′ di presenza in officina.

IPOTESI DI SATURAZIONE

MINUTI EFFETTIVI DI LAVORO ASSEGNABILI PER TURNO A CIASCUN OPERAIO IN FUNZIONE DEL FATTORE DI RIPOSO

Fattore di riposo

Minuti di saturazione

Percentuale di saturazione

3%

410  (450)

91,11

4%

410  (450

91,11

5%

410  (450

91,11

5,76%

410  (450

91,11

6%

408,92  (448,92)

90,87

7%

404,49  (444,49)

89,89

8%

400,14  (440,14)

88,92

9%

395,88  (435,88)

87,97

10%

391,70  (431,70)

87,04

11%

387,59  (427,59)

86,13

12%

383,57  (423,57)

85,24

13%

379,62  (419,62)

84,36

14%

375,74  (415,74)

83,50

15%

371,94  (411,94)

82,65

 

N.B. – I valori tra parentesi rappresentano l’attività dell’operaio comprensiva del rimpiazzo per pausa a scorrimento (9,756)

Applicando le normali impostazioni cronotecniche (lavoro non vincolato) che ovviamente conteggiano il Fattore Fisiologico sull’intero tempo di presenza in officina e le logiche dell’accordo 1971 per le lavorazioni soggette a vincolo, i dati, non tenendo conto del bilanciamento delle attività e quindi delle mancate saturazioni per imperfetto bilanciamento,   sono i seguenti.

Lavoro non vincolato
Situazione FIAT Situazione SEVEL

F.R

F.F. T.A. Minuti Sat. % F.F. T.A. Minuti Sat. % Diff. Minuti
3 % 4 % 418,5 93 % ? 410 ? * * – 8,5
4 % 4 % 414,0 92 % ? 410 ? * * – 4,0
5 % 4 % 409,5 91 % ? 410 ? * * – 0,5
6 % 4 % 405,0 90 % ? 408,9 90.8 % + 3,5
7 % 4 % 400,0 89 % ? 404,4 89,8 % + 3,9
8 % 4 % 396,0 88 % ? 400,1 88,9 % + 4,4
9 % 4 % 391,0 87 % ? 395,8 87,9 % + 4,8
10 % 4 % 387,0 86 % ? 391,7 87,0 % + 4,7
11 % 4 % 382,5 85 % ? 387,5 86,1 % + 5,0
12 % 4 % 378,0 84 % ? 383,5 85,2 % + 5,5
13 % 4 % 373,5 83 % ? 379,6 84,3 % + 6,1
14 % 4 % 369,0 82 % ? 375,7 83,4 % + 6,7
15 % 4 % 364,5 81 % ? 371,9 82,6 % + 7,4

 

Raffronto con gli addetti linea

Per i lavoratori addetti linea, logica e buon senso vorrebbe che fossero meno saturati, dato il vincolo e la faticosità. In quel di Lanciano, nel 1981, a differenza di tutti gli addetti linea del Gruppo, i lavoratori non erano e non sono saturati, come massimo, all’86% circa (Accordo 5/8/1971 vedi) ma al 90,03% con l’aggravante che l’intera attività è nei fatti svolta con i soli Tempi Attivi dato che la quasi totalità dei F.R (5,756%) ed il ridotto F.F. (3,64% invece del 4%) sono cumulati nelle due pause a scorrimento.

Infatti ipotizzando il F.R. limite (6,39%) della saturazione all’86% specifico per le linee tra 1 e 2 avremo:

100 % (Saturazione teorica totale) – 450′ (Tempo presenza in officina) –
5,756 % (F.R. incorporato nella pausa) = 25,90 =
94,24 % – 424,10 –
3,64 % (Fattore Fisiologico ridotto) = 16,38 =
90,60 % – 407,70 –
0,54 (F.R. residuo (6,39 – 5,756) = 2,57 =
90,03 % (Percent. saturazione sui T. Attivi) 405,13 (Minuti totali d’attività sui T. Attivi)

Raffronto tra le due realtà

5/8/1971 (F.R. 6,3 %) *

Sevel 5/12/1981 (F.R. 6,3)

86 % = 387′ di attività sui Tempi Attivi 90,03 % = 405,13 di attività sui Tempi Attivi

405,13 – 387 = 18,13′ pari al 4,68% di lavoro in più

Ovviamente il 4,68% di lavoro in più è rapportato al Fattore di riposo limite. Se proseguiamo con i calcoli aumentando i fattori di riposo assegnati e mantenendo la stessa impostazione (dato che non ne esistono altre), si ottiene la seguente tabella:

FIAT   Acc. 71 SEVEL  Accordo   5 -12 -1981
Saturaz. 86% 

F.R. residuo assegato

Tempi attivi reali e differenze
F.R.

FIAT T.A.

% Sat. % Minuti Sevel T.A. % Sat. Diff. T.A. %

3%

Valori non assegnabili

4%

5%

6% Valori al limite
6,39% 387

86 %

0,63 % 2,57 405,13 90,03 % + 18,13 + 4,6

7%

380,2

84,5 %

1,24 % 5,06 402,64 89,48 % + 22,44 + 5,9 

8%

375,7

83,5 %

2,24 % 9,13 398,57 88,57 % + 22,87 + 6,0

9%

371,2

82,5 %

3,24 % 13,21 394,49 87,66 % + 23,29 + 6,2

10%

366,7

81,5 %

4,24 % 17,29 390,41 86,76 % + 23,71 + 6,4

11%

362,2

80,5 %

5,24 % 21,36 386,34 85,85 % + 24,11 + 6,6

12%

357,7

79,5 %

6,24 % 25,44 382,26 84,95 % + 24,56 + 6,8

13%

353,2

78,5 %

7,24 % 29,52 378,18 84,04 % + 24,98 + 7,0

14%

348,7

77,5 %

8,24 % 33,59 374,11 83,14 % + 25,41 + 7,2

15%

344,2

76,5 %

9,24 % 37,67 370,03 82,23 % + 25,83 + 7,5

Com’è rilevabile, non soltanto gli addetti linea di Lanciano lavorano molto di più degli altri coperti dall’accordo 1971, ma non sono presenti apprezzabili differenze tra il lavoro vincolato e non.

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